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La storia del tempio

1804
1804
In principio

Il primo disegno

Antonio Canova consegna al cugino Giovanni Zardo di Crespano il disegno per il nuovo Santuario della Madonna del Covolo che diverrà il modellino ideale per il nuovo Tempio di Possagno, idea che aveva manifestata già in un primo testamento romano in vista degli impegnativi viaggi europei a rischio di vita (1802, Ed. Nazionale Opere, Scritti I, pag. 311).
1809 - 1812
1809 - 1812
Le prime idee

Le lettere

Canova scrive più volte allo stesso cugino la seria intenzione di restaurare o rifare la chiesa di Possagno, notizie che vengono passate al parroco e alla municipalità e vengono accolte con adesione entusiastica. Il sindaco Domenico Canova risponde con nota sottoscritta come atto pubblico in data 26 marzo 1809. Il parroco Andrea Bellis condivide l’idea di demolire la vecchia parrocchiale e raccoglie l’adesione di tutti i capifamiglia per contribuire ai lavori e fornire materiali. Nel 1812 sono pronti i disegni preparatori che Canova sottopone all’esame dei colleghi dell’Accademia di San Luca a Roma e del grande amico architetto G. Antonio Selva a Venezia.
1818 - 19
1818 - 19
Le maestranze

Il progetto

Canova coinvolge il cugino Giovanni Zardo detto Fantolin per la direzione dei lavori e scrive (il 5 agosto) all'architetto Giannantonio Selva di aver ricevuto dai Possagnesi la richiesta di aiuti finanziari per contribuire alle spese di alcune riparazioni necessarie alla fatiscente chiesa parrocchiale del paese, dedicata ai Santi Teonisto, Tàbra e Tàbrata, che risaliva al 1100 circa. Canova gli manifesta formalmente la volontà di costruire a proprie spese un nuovo edificio per il culto perché ogni spesa a restaurare la vecchia fabbrica sarebbe stata inutile.
Il Tempio è progettato da Canova, disegnato da Pietro Bosio, con suggerimenti del Selva e, alla morte di questi, nel 1819, è chiamato come consulente l'architetto Antonio Diedo. Nel 1819 il segretario comunale di Possagno, Giacomo Bottamella, scrive a Canova che il paese è felice e commosso davanti ai disegni e ai progetti del Tempio esposti nella vecchia chiesa. E continua: “Tutti i Possagnotti si prestano con indefesso zelo e premura all'abbinamento dei materiali, uomini e donne, tanto vecchi che della più tenera età. In giorno di festa accorrono i Possagnotti in gran numero a condurre con le scàriole li maviéri al luogo destinato; vi sono gran numero di scàriole le quali vengono tirate da sei putte con un uomo al timone, ed in cima al timone una bandiera”.
Vengono mobilitati anche operai da Castelcucco, Cavaso e Fietta.
1819, 11 luglio
1819, 11 luglio
A Possagno

La costruzione

Antonio Canova è a Possagno per la posa della prima pietra del Tempio, tra “l’entusiasmo religioso della popolazione. Per l'occasione Canova veste con l'alta uniforme di Cavaliere dell'Ordine di Cristo, onorificenza di cui l'aveva insignito il papa Pio VII. La prima pietra è gettata dal Parroco, Andrea Bellis; la seconda dal regio vice-delegato di Treviso, Girolamo conte Onigo; dal Canova la terza contenente una medaglia d'oro raffigurante la testa del Canova stesso e il disegno del Tempio; la quarta dal regio commissario distrettuale di Asolo, Angelo Zanardini; la quinta dal primo deputato comunale di Possagno Benedetto Biron e così via le altre personalità, per tre ore di seguito, fino a un'ora del pomeriggio. I lavori prendono subito avvio sotto la direzione del cugino impresario di Crespano Giovanni Zardo, soprannominato Nane Fantolin. Questi portò a termine la costruzione con indiscussa maestria e soluzioni tecnico-architettoniche geniali.
1820
1820
A Possagno

La partecipazione

il Segretario Bottamella scrive a Canova: “i Possagnoti pei lavori del Tempio sono in piena attività,... la decorsa settimana… avranno condotte al luogo del Tempio scariole di mavieri n. 40... anche Domenica tutti gli aventi cavalli, e mussi si sono prestati per la raccolta del sabione, e sabato pur decorso si sono prestate le ragazze in particolarità al bagno della calce che in meno di 24 ore non continue ne sono stati bagnati mastelli n. 500”. Il 12 settembre dello stesso anno, Francesco Bastasini da Possagno insiste sulla buona volontà delle donne nei lavori: “Se venissero al mondo i nostri vecchi vedrebbero che le donne e specialmente le ragazze di Possagno sono molto migliorate riguardo al fisico e alla bravura”. Il parroco don Andrea Bellis in chiesa scuote la popolazione che, dopo il primo entusiasmo, pare stanca del lavoro faticoso e lungo. Insiste sulla opportunità storica da non perdere e sulla necessità di dimostrare a Canova tutta la buona volontà nel condurre a termine il lavoro. Vi sono infatti alcuni possagnesi che contrastano la realizzazione dell'opera, considerata eccessiva e in luogo poco idoneo, all'artista viene offerta l’opportunità di costruire il Tempio ad Asolo.
1821
1821
La pala del Tempio

La malattia

Da luglio all’8 agosto, “per diminuirgli la fatica, che era il principale motivo dei suoi malori, fu consigliato di respirare l’aria nativa” (A. D’Este). Canova è per pochi giorni a Possagno, vede lo stato dei lavori del Tempio e completa la pala raffigurante la Trinità, oggi collocata sopra l’altare maggiore.
1822
1822

La morte di Canova

Il 13 ottobre Canova muore a Venezia in casa dell’amico Valentino Florian Francesconi. La mattina del 16 ottobre, si celebrano le solenni esequie nella basilica di San Marco e, subito, dopo, il feretro sosta all’Accademia di Belle Arti dove L. Cicognara espone un commovente elogio funebre dell’amico.
Il 25 ottobre si svolgono solenni funerali a Possagno, officiati da Jacopo Monico, parroco di San Vito di Altivole, che tiene il discorso funebre. La salma viene deposta provvisoriamente nella vecchia chiesa in attesa della definitiva sistemazione nel Tempio, una volta concluso; la nuova costruzione, a tre anni di distanza dall'avvio dei lavori, è ancora agli inizi: sono stati fatti lo sbancamento, le fondamenta, il piano della pavimentazione, le pietre per le prime colonne e niente più`{`5`}`.
Erede universale di ogni bene dell'artista scomparso è il fratellastro abate Giovanni Battista Sartori. Dotato di una ferrea volontà e di una mentalità manageriale, coordina i lavori del Tempio, sollecita quei possagnesi tiepidi verso la grande costruzione avviata dal fratello. Il 18 dicembre 1823, egli scrive: “Cosa non dicevano i malevoli, e taluno era pur di Possagno, contro il mio povero fratello, irreprensibile in ogni sua azione? Come non ebbero l'ardire di assalirlo con amare dicerie a segno che fu talvolta in forse di dare altra direzione alle sue benefiche idee”. I lavori continuano, con alterne vicende e con difficoltà di diversa natura (scarsità dei fondi a disposizione e di manodopera professionale, stagioni avverse, difficoltà nel reperimento di alcuni materiali).
Vengono portati a Possagno materiali pregiati da Feltre, attraverso la stazione del Molinetto di Pederobba, da Pove, da Costalunga, da Castel di Lavàz, Longarone; vengono costruite nuove e più adatte tratte viarie lungo tutta la Pedemontana, così da permettere ai carri di pietre di arrivare con più speditezza al cantiere: viene costruito il ponte di Crespano sul torrente Lastego e potenziata la via del Molinetto da Pederobba a Bassano.
1826
1826
Il territorio

Il Tempio e la Gypsotheca

Giovanni Battista Sartori decide di chiudere lo studio canoviano di Roma e trasferisce la collezione di gessi, le terrecotte e alcuni marmi di bottega a Possagno in una Gypsotheca edificata su disegno dell'architetto veneziano Francesco Lazzari (1791-1871). Vengono esposti: 53 statue, 12 gruppi, 14 cenotafi, 7 colossi, 65 busti, 26 bassorilievi, 39 bozzetti in terra cotta e cruda, oli su tela e tempere su carta. Nella Casa natale viene conservata la serie completa delle stampe riproducenti le statue, alcuni cimeli, attrezzi da lavoro, vestiti, medaglie, ritratti dell’artista.
1857
1857
La consacrazione

La fine dei lavori

1857, 1° novembre: in occasione del centenario della nascita di A. Canova, per iniziativa di mons. Sartori viene istituito il Collegio Canova, scuola per i giovani del territorio diretta dalla congregazione dei padri Cavanis di Venezia, in attuazione di volontà espresse nei testamenti dal geniale fratello che desiderava emancipare la popolazione, in particolare del paese natale, mettendo a disposizione parte della sua preziosa biblioteca. La Pala riproducente i Santi patroni della vecchia chiesa (Teonisto, Tàbra e Tâbrata, martiri di Altino) è attualmente ancora conservata nella chiesetta del Collegio Canova, ove si venera anche San Giuseppe Calasanzio, patrono delle scuole cattoliche.
1917
1917
Una granata colpisce la Gypsotheca

La grande guerra

Dopo la sconfitta di Caporetto, la Grande guerra si è riversata, violenta e terribile, sul massiccio del Grappa e lungo il fiume Piave.
Possagno, assieme a molti altri comuni veneti, ha ricevuto l’ordine dal Comando Supremo di sfollare la popolazione civile, costretta ad emigrare profuga fino a Marsala, in Sicilia.
Il paese è dato in consegna alle truppe francesi, alleate agli Italiani, che lo presidiano.
A Natale 1917, nell’ultima fase della Battaglia d’arresto, una granata di medio calibro, per un probabile errore di gittata, colpisce la Gypsotheca di Possagno: il tetto viene sfondato, la fragilissima collezione dei gessi canoviani, viene sventrata e ferita. Alcune statue sono completamente polverizzate, un centinaio gravemente rovinate.
Appena finita la guerra e riparato il tetto della galleria, una vasta opera di restauro, profusa dal conservatore e custode della Gypsotheca Stefano Serafin, ha consentito di recuperare buona parte dei gessi rovinati e di riaprire il Museo nel 1922, giusto in tempo per festeggiare il centenario di Canova.
1932
1932
Consacrazione del Tempio

Il primo centenario

Un vistoso avviso sacro riporta questo testo: ``Preparati l'anima con corso di predicazione, raccolti in se stessi per meglio gustare la gloria centenaria, che a loro il mondo invidia, del Tempio magnifico che la Pietà di Canova volle qui lasciare, fortunati parrocchiani di Possagno celebreranno il 16 ottobre la grande solennità col massimo splendore.
A memoria resteranno le opere degne del Monumento che l'Opera del Tempio condusse a compimento proprio in quest'an-no: la doratura dei rosoni e del cornicione della cupola, l'illuminazione artistica interna ed esterna, il lastricato del piazzale.
1939
1939
Il Tempio custodisce le sculture

La seconda guerra mondiale

Memori da quanto accaduto durante la prima guerra mondiale, i cittadini di Possagno si movimentano per mettere in salvo i delicati e fragili gessi conservati nella vicina Gypsotheca, proprio all'interno del Tempio, che ne diventa custode e protettore.